Faccio parte del nostro Circolo da diversi anni e credo di averne viste di tutti i colori ...quinta e ultima puntata ...

W come weekend

alfabeto wTipica forma di torneo che prevede cinque partite in due giorni e mezzo scarsi.

Diciamo che ci sono discrete possibilità di rimanere davanti ad una scacchiera per una ventina di ore su cinquanta (alle 20 della domenica solitamente si è già fatta la premiazione).

Di solito lo scacchista medio del nostro Circolo (1750/1800 punti Elo) lo affronta in questo modo:

Prima Partita: arriva in anticipo, saluta i conoscenti con cui scambia quattro chiacchiere dicendo che è stato in dubbio fino all'ultimo se venire perché non ha avuto tempo di prepararsi e non è in un gran periodo di forma.

(Quest'ultima frase viene ripetuta pressoché ad ogni competizione. Apparentemente l'ultimo periodo di forma dovrebbe risalire al torneo giocato in Prima Elementare quando la conoscenza del matto del barbiere gli aveva dato un vantaggio schiacciante su tutti gli altri bambini.)

A volte arriva a dire di avere accompagnato un amico e che è stato proprio quello ad iscriverlo a sua insaputa.

Poi cerca il suo posto, tira fuori sei penne, due matite, un pennarello, una bottiglia d'acqua, una confezione da 8 di saccottini e aspetta il via nervosissimo.

Seconda Partita: se vincitore nel turno precedente, si presenta con anticipo pauroso, prepara al tavolino il bar/cartoleria del giorno precedente e poi cerca altri soci cui raccontare il suo primo turno.

L'avversario è sempre stato sorprendente (anche se si tratta di un NC di 60 anni che solitamente rischia il pareggio contro il bye), molto riflessivo (pensionato ultra ottantenne addormentatosi alla dodicesima mossa) o che con un po' di esperienza diventerà un brutto cliente per tutti (bambino di 9 anni al primo torneo che a metà partita ha mangiato un ovetto Kinder macchiando i pezzi di cioccolata e ha abbandonato alla 28esima mossa per andare a montare la sorpresa).

Terza Partita: a questo punto il socio medio non di rado ha due punti, comincia a sperare in una vittoria finale e cerca su internet dove diavolo si trovi Wijk Aan Zee. Solitamente è il momento della 'tranvata'.

L'avversario è uomo da classifica che - come si dice a Genova - "lo morde, lo sputa e lo rimorde".

Nel post partita il nostro uomo rifugge l'analisi per improrogabili impegni di famiglia dopo aver detto agli amici che "Stavo bene, forse addirittura un pochino meglio. Poi ho fatto un piccolissimo erroruccio e da lì in poi..."

A casa mette la partita su Fritz che alla terza mossa gli dà uno svantaggio abissale e conclude l'analisi con "Non male se hai imparato a giocare stamattina".

Quarta Partita: Si presenta a filo di inizio, striscia lungo i muri per evitare incontri e nel caso non possa evitarli spiega di avere analizzato la sconfitta ma che il giudizio del computer risulta piuttosto confuso.

Si siede di malavoglia alla scacchiera, tira fuori una penna mangiucchiata e un pacchetto di crackers semisbriciolati, legge il nome dell'avversario (di solito a questo punto trova un giocatore di medio livello comunque potenzialmente più forte di lui) e, non vedendolo nella sala, inizia penosamente a sperare che non si presenti.   

Naturalmente quello arriva all'ultimo secondo, si siede sorridendo e inizia a giocare.

Con il morale a terra il nostro reagisce rabbiosamente improntando una partita di attacco feroce, costante e del tutto insensato.

Al primo pedone lasciato in presa finge soddisfazione come si trattasse di un astuto sacrificio.
Così anche al secondo ... e al primo pezzo.

Gioca ancora alcune mosse nell'irrazionale speranza di poter trovare una combinazione vincente che neppure Morphy, Tal e Fischer insieme potrebbero trovare in quel guazzabuglio che è ormai la sua posizione.

Abbandona farfugliando qualcosa come "Peccato, se alla sedicesima mossa tu avessi giocato Cb6..."

Fa un rapido giro tra le scacchiere degli altri soci sperando di vederli perdere tutti; esce.

Quinta Partita: arriva in sala in orario, butta un occhio alla classifica generale e se vede il suo massacratore del terzo turno ai primi posti si consola parzialmente e pensa che con un pizzico di fortuna avrebbe potuto essere al suo posto.

Chiede in prestito una penna e se ha sete si attacca al rubinetto del bagno.

Ha un vago senso di nausea verso il gioco che ha praticato più negli ultimi due giorni che nei precedenti 11 mesi. Legge il turno.

A questo punto i due più probabili avversari sono:

  1. l'entusiasta: ha un punto e mezzo ma è felice perché è il suo primo torneo. Cerca di commentare l'andamento della lotta per i primi posti senza scoraggiarsi davanti ai grugniti che ottiene in risposta. Inizia una partita lunghissima e meditata che, indipendentemente dall'esito completa la distruzione fisica del nostro socio.
  2. il pari livello: ha gli stessi punti e più o meno lo stesso iter di torneo. E' stanco, deluso e si chiede perché mai si sia iscritto. Sa che la sola cosa che conta è vincere per arrivare a tre punti su cinque. Ne viene fuori una partita tecnicamente impresentabile e che si chiude alla prima "cappella mostruosa" di uno dei due (mai in pareggio).

Per entrambi la sconfitta provoca un allontanamento dagli scacchi della durata di almeno quindici giorni. La vittoria, invece, fa sparire le precedenti delusioni convincendo il vincitore che la prossima volta, con un po' di fortuna e il dominio delle diagonali...

Auguri!

X come patta

alfabeto xNe esistono di diversi tipi. Le più consuete sono:

Patta teorica

Dovrebbe essere riconosciuta a prima vista da qualsiasi scacchista anche di medio basso livello.

Durante un Bertolini di diversi anni fa, lo scrivente ha affrontato all'ultimo turno una Seconda Categoria di tredici anni che avendo Re e due Cavalli contro Re e Alfiere ha insistito per 15 mosse (!!!) prima di accettare la patta.

Mi sono vendicato nel post partita facendogli i miei migliori auguri per l'Esame di Terza Media che avrebbe sostenuto la settimana successiva ("Non ti invidio proprio. Al giorno d'oggi è difficilissimo! Non capisco come tu faccia a goderti un torneo di scacchi sapendo che da domani dovrai affrontare una prova come quella!").

Stallo

Forse il più prolifico generatore di bestemmie che possa incontrarsi su di una scacchiera.

In un C.I.S. di qualche anno fa, ho potuto - grazie a Kostic - assistere ad uno dei più incredibili casi mai verificatisi.

Non sarei in grado di ripetere la posizione ma ricordo perfettamente che dopo la 'pacata' reazione del suo avversario l'intero quartiere si era dovuto mobilitare per urgenti riparazioni alla cupola della chiesa soprastante alla sala da gioco.

Patta concordata

Suddivisibile in:

  • patta "Gioco 1)e4 e propongo pari. Tanto mi basta mezzo punto per andare a premi";
  • patta "Dio ti ringrazio, c'è cascato! Non sapevo più come uscirne";
  • patta "E regaliamogli mezzo punto! Giochiamo da cinque ore. Non ne posso più!"

La seconda e la terza ipotesi possono essere seguite in sede di analisi dall'irritante scoperta di un possibile matto in tre mosse a proprio favore. In tali casi è utile chiamare velocemente gli abitanti del quartiere per urgenti riparazioni all'edifico ecclesiale.

Y come yoga

alfabeto yNel linguaggio corrente con "yoga" si intende un variegato insieme di attività che comprendono ginnastiche del corpo e della respirazione finalizzate alla meditazione o al rilassamento.

Può servire anche da noi.

Quando stai giocando e di colpo al tuo tavolo si siede il principe degli angolisti con l’espressione schifata prima ancora di aver visto la posizione.

Quando un arbitro ti dà approfonditissimi schiarimenti su un aspetto del regolamento che ti eri guardato bene dal chiedergli.

Quando hai finalmente capito la cosa giusta da fare ma solo dopo averne fatto un’altra, non sai se l’avversario se ne è accorto e aspetti con i brividi nella schiena la sua mossa. Eccetera, eccetera.

Sì. Può servire anche da noi.

Z come zeitnot

alfabeto z"Il termine è usato in gergo scacchistico per indicare una situazione in cui un giocatore si ritrova ad avere pochissimo tempo per completare le sue mosse."

Così Wikipedia.

Si verifica più frequentemente a fine partita, non di rado quando hai una posizione teoricamente vinta e per portare a casa il punto ti è sufficiente usare la Posizione di Lucena, di Philidor o di Chiunque Abbia Giocato Quella Maledetta Posizione nel '600.

Solo che loro l'hanno preparata per vent'anni (non c'era la televisione) mentre tu la dovresti ripescare dalla memoria e giocarla senza la minima sbavatura alla velocità che permette a Beep Beep di sfuggire agli agguati del Wile E. Coyote.

Ma questo, ovviamente, i Manuali sui Finali (giovani scacchisti, mi raccomando, studiateli a fondo!) non lo dicono MAI!!!

Per concludere ...

Solo un’ultimissima cosa.

Voglio scusarmi con tutti i soci che ancora non ho preso di mira.

Abbiate pazienza. Sto arrivando.

Alla prossima.